
É gradita la camicia nera
Verona, la città laboratorio dell'estrema destra tra l'Italia e l'Europa
di Paolo Berizzi
Nel cuore del ricco Nordest, Verona è il laboratorio italiano dell'estrema destra di potere. Qui, personalità legate alle manifestazioni ideologiche dell'eversione nera, entrano in Consiglio comunale, ricoprono ruoli di spicco e finiscono addirittura a capo dell'Istituto per la storia della Resistenza. In questo libro, l'autore, a partire dagli albori che videro Verona culla del "fascio terzogenito", traccia un ritratto di una città che potrebbe diventare immagine di un futuro possibile per l'Italia e per l'Europa. Un'immagine da cui è importante non distogliere lo sguardo.

Noi però gli abbiamo fatto le strade
di Francesco Filippi
Dopo "Mussolini ha fatto anche cose buone" e "Ma perché siamo ancora fascisti?", Francesco Filippi ripercorre la nostra storia coloniale, concentrandosi anche sulle conseguenze che ha avuto nella coscienza civile della nazione, attraverso la propaganda, la letteratura e la cultura popolare. L'intento è sempre quello dichiarato nei suoi libri precedenti: fare i conti col nostro passato per comprendere meglio il nostro presente.

Neofascismo in grigio
La destra radicale tra l'Italia e l'Europa
di Claudio Vercelli
Considerando le attuali recrudescenze neofasciste, lo storico propone l'analisi di un fenomeno che non si presenta solo come il ritorno a vecchi spettri del passato, bensì riformula il lascito mussoliniano alla luce di nuove prospettive: difendere, nell'era della globalizzazione, la "differenza" nazionale, etnica, razziale.

Per il duce e per la fame
Storia del Battaglione vicentino e di cento sossanesi alla conquista dell'Impero
di Alberto Cogo
In questo volume, corredato da un ricco repertorio di documenti e immagini dell'epoca, l'autore racconta le vicissitudini e le testimonianze di un piccolo paese del basso Veneto, durante l'occupazione italiana dell'Impero di Hailé Selassié. Una guerra vergognosa e disonorevole, di cui ben pochi si sono voluti occupare, che vide protagonisti un centinaio di audaci sossanesi che si convinsero a partecipare alla grande avventura africana nel momento di più alto consenso popolare al Duce.